La a straordinaria traversata è stata il culmine di una campagna ambientalista intensiva, che ha sollevato forti critiche sulle condizioni in cui Benito è stato costretto a vivere nello zoo cittadino di Central Park a Ciudad Juarez, di fronte a El Paso, in Texas. Le estati infuocate e gli inverni rigidi hanno reso la sua permanenza lì un’esperienza estremamente difficile. Lo zoo è stato oggetto di critiche perché non ha fornito adeguati rifugi ombreggiati durante i mesi estivi e ripari durante le gelide temperature invernali.
Il gruppo “Salviamo Benito” ha raccontato con sgomento come le ciglia e persino la saliva della giraffa si siano congelate a causa delle temperature estreme, spingendo un giudice a ordinare il suo trasferimento nello Stato di Puebla, in un parco di conservazione della fauna selvatica. Qui, finalmente, avrebbe ricevuto le cure e le condizioni di vita adeguate, lontano dalle estreme variazioni climatiche.
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Il viaggio tanto atteso è iniziato con un leggero ritardo
Ritardo dovuto alla necessità di curare la giraffa, afflitta anche da parassiti che avrebbe potuto trasmettere agli animali con cui sarebbe entrata in contatto in futuro. Ma finalmente, dopo giorni di attesa, Benito è stato sollevato con cautela da una gru e collocato all’interno di un container appositamente progettato per lui.
Mentre la città si riuniva per salutare l’amatissima giraffa, gli abitanti esprimevano un misto di tristezza per la sua partenza e felicità per il suo benessere futuro. “Ti amiamo, Benito”, gridavano con emozione, consapevoli che il suo trasferimento era una necessità per garantirgli una vita migliore. “Siamo un po’ tristi che se ne vada, ma ci dà anche un grande piacere… Le condizioni meteorologiche non sono adatte a lui”, ha dichiarato Flor Ortega, una residente che ha seguito da vicino le vicissitudini di Benito.
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Il viaggio è stato monitorato attentamente da un convoglio di veicoli
Presenti agenti che garantivano la sicurezza e il benessere della giraffa durante tutto il percorso. Dentro il container, Benito aveva a disposizione tutto ciò di cui aveva bisogno: paglia, erba medica, acqua e verdure, oltre a un sistema elettronico per monitorare la temperatura e comunicare con i tecnici. All’esterno, un telo copriva il container, proteggendo l’animale dal freddo, dal vento e dalla pioggia, nonché dai rumori e dalla vista del paesaggio che potevano provocare stress.
Dopo un lungo viaggio, Benito è finalmente arrivato al suo nuovo santuario nel cuore del Messico, dove ha potuto fare conoscenza con le altre giraffe residenti. È stata una vittoria per gli animalisti e un esempio di come la mobilitazione civica possa portare a cambiamenti positivi nella vita degli animali. Buon viaggio, Benito, e benvenuto nella tua nuova casa.
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