Una nuova specie emergente l’Anaconda gigante della foresta amazzonica svelato da Parchitour scopri gli animali e le loro storie al Bioparco di Roma

Una Nuova Specie Emergente: L’Anaconda Gigante della Foresta Amazzonica

Nel fitto cuore della foresta amazzonica, dove la vita selvatica regna sovrana, si è recentemente svolta una spedizione senza precedenti, che ha portato alla luce uno dei segreti meglio custoditi della natura: una nuova specie di anaconda gigante. Quello che una volta era considerato semplicemente l’anaconda verde, ha rivelato ora un’incredibile complessità, grazie alla collaborazione tra il rinomato biologo Bryan Fry dell’Università del Queensland e una straordinaria troupe documentaristica, capeggiata nientemeno che dall’iconico attore Will Smith.

Scopri l’anaconda verde  al Bioparco di Roma. È il più grande serpente esistente al mondo e raggiunge i 6 m di lunghezza e gli oltre 200 Kg di peso. Notturno e solitario, è particolarmente adattato alla vita acquatica e può stare in immersione anche 10 minuti. Gli occhi e le narici posti verso l’alto, gli permettono di respirare e di vedere mentre nuota.Il corteggiamento e l’accoppiamento avvengono in acqua. Dopo circa 6 mesi nascono da 20 a 40 piccoli autosufficienti.

Caccia all’agguato sorprendendo le sue prede intente a bere. Si nutre di rettili, uccelli e mammiferi, anche delle dimensioni di un tapiro, che stringe fra le sue spire fino a soffocarle. Durante il corteggiamento più maschi, fino a 12, si contendono la stessa femmina ma solo quello dominante riuscirà ad accoppiarsi con lei.
Non è una specie minacciata ma localmente risente della persecuzione diretta da parte dell’uomo e della distruzione dell’habitat.

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Boa e rettili, le dimensioni fanno paura?

Il professor Fry, originariamente coinvolto in uno studio sulle implicazioni ambientali della perforazione petrolifera in Amazzonia, si è trovato catapultato in un’avventura scientifica senza precedenti quando le sue osservazioni attente sugli anaconda maschi e femmine hanno rivelato disparità così sorprendenti da suggerire l’esistenza di due distinte specie. Le femmine, conosciute per la loro mole imponente e la leggendaria lunghezza che può superare i 5 metri (con voci non confermate che parlano persino di esemplari ancora più mastodontici), si ergono come sovrani della giungla. Dall’altra parte dello spettro, i maschi sono notevolmente più piccoli e snelli, tanto da passare quasi inosservati rispetto alle loro controparti femminili. Ma le differenze non si fermano qui: l’alimentazione di queste due varianti di anaconda è altrettanto diversificata quanto la loro morfologia. Mentre le femmine prediligono una dieta ricca di erbivori come cervi e capibara, i maschi si concentrano principalmente sulla caccia di uccelli acquatici.

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Questo enigmatico comportamento alimentare ha innescato una valanga di speculazioni scientifiche sulla diversità genetica tra i sessi, e ha condotto a un colpo di scena epocale: la scoperta di una nuova specie di anaconda gigante. Questo evento non solo rivoluziona la nostra comprensione della vita selvatica amazzonica, ma solleva anche una serie di interrogativi stimolanti sull’evoluzione e l’adattamento delle specie in uno degli ambienti più complessi e affascinanti del nostro pianeta.

La collaborazione senza precedenti tra il professor Fry, la troupe documentaristica e Will Smith ha portato alla luce questa scoperta straordinaria, aprendo nuovi orizzonti nel campo della biologia e della conservazione. Il mondo scientifico è in fermento di fronte a questa rivelazione, che promette di cambiare per sempre il nostro modo di vedere le creature più maestose e affascinanti della giungla amazzonica. Ma questa è solo l’inizio: le profondità oscure e misteriose della foresta nascondono ancora segreti da svelare, e chi sa quali altre meraviglie attendono di essere scoperte nell’inestricabile labirinto della natura selvaggia.

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La Vulnerabilità degli Anaconda e l’Impatto della Degradazione dell’Habitat

In un mondo in cui la natura è costantemente minacciata dalla mano dell’uomo, gli anaconda, come predatori al vertice dell’ecosistema amazzonico, non sono immuni agli impatti devastanti della degradazione dell’habitat. Lo sottolineano il professor Bryan Fry e i suoi colleghi in un nuovo studio che mette in luce la vulnerabilità di queste maestose creature agli effetti nefasti dell’attività umana sulla loro casa naturale.

La ricerca, pubblicata recentemente, evidenzia non solo i danni diretti che gli anaconda subiscono a causa della perdita e della frammentazione del loro ambiente, ma anche i gravi effetti indiretti derivanti dalla compromissione delle risorse alimentari di base. “Non solo soffrono per i danni all’habitat, ma sono anche fortemente colpiti dai danni alla loro base di prede”, spiegano Fry e il suo team nel loro articolo.

Per analizzare gli impatti dell’inquinamento ambientale, il team ha deciso di confrontare le concentrazioni di metalli pesanti tra i sessi di anaconda. Utilizzando quest’approccio, hanno scoperto che i maschi presentano una concentrazione di piombo e cadmio nel loro corpo che supera di gran lunga quella delle femmine, riflettendo il modo in cui questi elementi inquinanti si infiltrano nell’ecosistema acquatico e risalgono la catena alimentare.

Il ruolo di Will Smith nella scoperta

L’inestimabile contributo di una celebrità al processo di ricerca ha rappresentato un punto di svolta nella comprensione di questi straordinari rettili. Fry, nel ruolo di leader scientifico del team durante la produzione del documentario di National Geographic “Pole to Pole” con Will Smith, ha avuto accesso a risorse che hanno permesso di condurre studi approfonditi sugli anaconda, con il supporto diretto dell’attore stesso. Smith si è dimostrato non solo un appassionato sostenitore della ricerca scientifica, ma anche un collaboratore attivo, contribuendo personalmente alla cattura e allo studio di questi imponenti serpenti.

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Tuttavia, le sorprendenti scoperte non si limitano alla vulnerabilità degli anaconda all’inquinamento e alla degradazione dell’habitat. Durante il processo di campionamento più esteso mai condotto, il team ha osservato differenze significative tra le popolazioni di anaconda dell’Ecuador e del Brasile. Gli anaconda ecuadoriani si sono rivelati non solo più grandi, ma geneticamente distinti dai loro cugini brasiliani. Questo ha portato alla scoperta di una nuova specie, denominata anaconda verde settentrionale (Eunectes akayima), che coesiste con la specie precedentemente conosciuta, ora rinominata anaconda verde meridionale (E. murinus).

Ma, come spesso accade nella ricerca scientifica, le scoperte non sono sempre di natura positiva. Nel corso delle indagini, è emerso che ciò che si pensava essere tre specie distinte di anaconda gialli sono in realtà variazioni locali della stessa specie. Sebbene questa rivelazione abbia portato a una riduzione del numero di specie riconosciute, Fry sottolinea l’importanza di seguire rigorosamente le evidenze genetiche per delineare la vera storia evolutiva di queste affascinanti creature.

E essenziale che la scienza rimanga guidata dalla ricerca della verità

Questo anche quando ciò comporta la revisione delle nostre conoscenze consolidate. Le scoperte del professor Fry e del suo team non solo ampliano la nostra comprensione della diversità biologica dell’Amazzonia, ma mettono anche in luce l’urgente necessità di proteggere e preservare l’habitat di specie iconiche come gli anaconda, simboli viventi della ricchezza e della bellezza della natura selvaggia. Quella credibilità è importante perché, mentre l’anaconda verde meridionale è così diffuso da non essere in pericolo, lo stesso potrebbe non essere vero per la versione settentrionale. Non solo il loro areale è più piccolo, ma la maggior parte di esso è interessata dalla perforazione petrolifera, insieme alla deforestazione diffusa e alla devastante siccità che la regione sta subendo. Fry spera di tornare nell’area per indagare se l’inquinamento da petrolio stia influenzando la fertilità maschile, oltre a tutto il resto.

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